Le false “aperture” di Franceschini

Stefania Brai*

Il ministro Franceschini – e il governo Draghi – invece di promettere pericolose, demagogiche e improvvisate riaperture dei luoghi e delle attività culturali; invece di “aprire” l’intervento pubblico all’investimento in piattaforme per la cultura italiana – ma naturalmente col nome inglese – che avranno solo l’effetto disastroso di aumentare la desertificazione di questo paese e portare alla chiusura definitiva di tanti luoghi di produzione e fruizione culturale; invece di continuare ad “aprire” e condizionare la produzione culturale al mercato e al turismo, invece di “elargire” bonus che nulla risolvono nella vita concreta delle persone, dovrebbe dare ascolto e “aprire” i tavoli ministeriali ai lavoratori e alle loro richieste. I quali, oltre ad occupare piazze e teatri, hanno in questi mesi studiato ed elaborato proposte sulla loro condizione lavorativa e sulla necessità di riforme strutturali dei settori dello spettacolo.

Rifondazione comunista ha sempre sostenuto e sostiene le lotte per il riconoscimento dei diritti e della dignità del lavoro nei settori dello spettacolo e della produzione artistica.

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