A Torino si è alimentato l’immaginario dell’estrema destra

Dmitrij Palagi*

“L’agibilità politica delle organizzazioni fasciste e neofasciste è un tema spesso negato dal sistema politico e istituzionale. L’opera piemontese dedicata a Yukio Mishima è chiaramente subalterna all’estrema destra ed è grave che sia stata permessa”


Un’opera imbevuta della retorica dell’estrema destra, a partire dalla scelta di una bandiera che non è quella dell’attuale Giappone, ma quella che fu dell’Impero (una similare è ancora in uso da parte della sola marina militare di quel paese).

Una retorica che causa continue tensioni internazionali e rinnova un dibattito che evidentemente Regione Piemonte e Comune di Torino ignorano, o scelgono di ignorare. Questo rappresenta l’opera di Torino dedicata a Yukio Mishima, che sceglie di non concentrarsi sui suoi lavori ma sull’atto del suicidio, di cui alcune realtà politiche si sono appropriate in nome di un “nero come la morte” che potrebbe suonare come slogan infantile, se non fosse proprio indicativo di una galassia pericolosa.

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